” Conosci la tua anatomia e la tua fisiologia,

ma quando poni le mani sul corpo di un paziente,

non dimenticare che vi abita un’animvivente. ” 

A. T. Still

OSTEOPATIA

L’osteopatia è una professione sanitaria (individuata ufficialmente nella legge 3/2018), la quale si basa su un’approccio integrato e complementare alla medicina tradizionale.

Attraverso una valutazione osteopatica, l’osteopata individua l’alterazione dello stato di salute (disfunzione somatica) causato da eventi stressanti esterni o interni all’organismo, come traumi e/o patologie. In seguito, attraverso tecniche specifiche, stimola il ripristino della mobilità fisiologica a livello dei diversi sistemi (circolatorio, respiratorio, fasciale, nervoso, muscolo- scheletrico).

L’osteopatia si basa su tre principi: il primo afferma che il corpo contiene in sé stesso tutti i mezzi necessari per eliminare e prevenire le malattie; il secondo principio dichiara che esiste una relazione diretta e inversa tra struttura e funzione, infatti la struttura controlla la funzione e la funzione condiziona la struttura; l’ultimo principio afferma che esiste una stretta relazione tra le strutture corporee in particolare a livello del sistema mio-fascio-scheletrica. Sulla base di questi principi cardine, l’osteopata fa uso di varie tecniche, volte al riequilibrio di tuti i sistemi.

METODO OSTEOPATICO

L’osteopata non si occupa dei sintomi della persona, ma ne ricerca le cause, attraverso un’attenta analisi delle strutture muscolo scheletriche, viscerali e cranio sacrali.

TECNICHE OSTEOPATICHE:

L’approccio osteopatico contempla una vasta gamma di tecniche tra cui:

Obiettivo: ristabilire la mobilità articolare secondo gli assi di movimento delle articolazioni, correggendo l’atteggiamento posturale sotto l’aspetto strutturale.

Queste tecniche hanno una forte influenza neurologica, oltre che puramente meccanica, poiché favoriscono l’emissione di corretti impulsi nervosi dalle e alle terminazioni della parte trattata.

Obiettivo: agire sulla struttura cranica e sul liquido cefalorachidiano, che circonda il sistema nervoso centrale, basandosi sull’esistenza della mobilità cranica, cioè un lieve movimento tra le 26 ossa craniche scoperta dal dottor Sutherland nel 1900.
Queste tecniche manuali, non invasive, sono in grado di allentare tensioni, traumi, e stress fisici che possono ostruire o interrompere il movimento cranico e, quindi, la capacità di funzionamento ottimale dell’organismo.

Obiettivo: ristabilire una buona mobilità viscerale e diaframmatica.
Gli organi addominali si muovono sotto l’influenza della pressione diaframmatica. A volte questa dinamica può essere alterata o ridotta e possono conseguirsi sintomi di disordini funzionali di un organo.
Le tecniche viscerali permettono all’organo di trovare la sua naturale fisiologia e correggere le “disfunzioni” di mobilità presenti.
Esiste una relazione tra i visceri e la colonna vertebrale, di conseguenza un cattivo funzionamento della struttura può influenzare uno o più visceri e viceversa.
Ad esempio, in soggetti che soffrono di mal di schiena si possono riscontrare problemi di mobilità del fegato, del colon, del tenue, dell’utero o del rene.

Le fasce sono delle sottili membrane di rivestimento di muscoli, legamenti, articolazioni, ossa, visceri. La loro funzione è di collegamento tra le varie strutture, ammortizzazione, difesa immunitaria, unione, sostegno e protezione.
Il sistema fasciale è uno degli elementi che più giustificano la globalità dell’individuo, infatti, proprio per questo motivo, spesso, un dolore in una zona del corpo è solo un sintomo e la causa può trovarsi da tutt’altra parte.

I problemi di occlusione o articolari (apertura o chiusura della mandibola) possono, attraverso le fasce, creare un meccanismo lesionale discendente. Il corpo cercherà di compensare le lesioni muscolari che si creano in bocca con degli adeguamenti in basso (colonna vertebrale, bacino, piedi).
L’osteopata e il dentista possono collaborare insieme per risolvere al meglio i problemi dei pazienti.

Tra le disfunzioni trattate ci sono:
– Problemi dell’articolazione temporo-mandibolare;
– Problemi ortodontici;
– Bruxismo;
– Malocclusioni;
– Sintomi da estrazione traumatica.